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Serie A 2016/17: la briscola in cinque

L’avete presente la briscola in cinque? È la versione più evoluta del gioco della briscola, e le regole sono molto semplici: si gioca in 5, le carte a testa sono 8 sin dall’inizio, e la formazione delle squadre è totalmente demandata all’asta. L’asta consiste nel dichiarare il punteggio con cui si riterrà di vincere, sulla base delle carte in mano: vince l’asta chi dichiara il punteggio più alto (di solito siamo intorno ai 75 punti) senza rilanci da parte di nessuno. Continua a leggere Serie A 2016/17: la briscola in cinque

La cultura degli alibi altrimenti detto ‘Come dare la colpa agli altri per le mie sconfitte’

Gli Italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre. (Winston Churchill)

La settimana che ha portato a Juventus-Napoli, crocevia della Serie A 15/16, è stata più lunga rispetto alle altre 51 settimane dell’anno solare.
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#PerchéSanremoNonValeJuveNapoli (Aspettando Juventus – Napoli)

Io Sanremo l’ho seguito. Non tutto, però, dai, grossomodo posso dire di sapere cosa sta accadendo: Carlo Conti è bravo, Garko un po’ meno, ma almeno sta al gioco, la Ghenea è abbastanza alta, la Raffaele è bellissima, bravissima, e altri superlativi a caso, di canzoni ce ne sono belle e un po’ meno belle, ecc… Alla fine hanno uscito persino Vessicchio. Insomma, comunque posso dire che ho visto di cosa si tratta. Ho anche un gruppo su WhatsApp dedicato al Festival. Chiaro, tutto questo pippotto serve a mettere le mani avanti per sabato sera, Mr. Conti. Perché almeno così ho la scusa per dire che non domani, Sanremo, non lo guarderò nemmeno io.

Perché domani sera, naturalmente, può andare ospite chiunque supremo maestro della musica, anche Beethoven risorto che presenta in anteprima la decima sinfonia, ma io guardo Juve-Napoli (anche se, se mi mettevi un duetto Valentina Vignali – Lucia Javorcekova, giuro che zapping almeno una volta lo facevo, caro Carlo). Perché è giusto così. E perché, sinceramente, non se ne può più di sentire parlare ovunque di questa partita, meno che da quel rettangolo verde, che dovrebbe essere l’unico interprete con diritto di parola. L’unico teatro, almeno, dove i protagonisti dei 2 partiti possono spiegare le loro ragioni.

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Previsioni di una notte di mezzo inverno

Come nelle migliori season finale delle grandi serie tv americane, o nei peggiori romanzi a tema massoneria, dopo tempo immemore la redazione di In Zona Cesarini si è riunita virtualmente, ed ha emesso i suoi insindacabili giudizi sul campionato in corso, provando ad azzardare qualche pronostico su cosa succederà a maggio. Decliniamo ogni responsabilità per eventuali scommesse antepost perse in seguito a questi pronostici.

"Freimaurer Initiation" di User:Liberal Freemason - http://de.wikipedia.org/wiki/Bild:Freimaurer_Initiation.jpg. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons - https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Freimaurer_Initiation.jpg#/media/File:Freimaurer_Initiation.jpg
“Freimaurer Initiation” di User:Liberal Freemason – http://de.wikipedia.org/wiki/Bild:Freimaurer_Initiation.jpg. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons – https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Freimaurer_Initiation.jpg#/media/File:Freimaurer_Initiation.jpg

Chi vince lo scudetto?

BUSONZIO: Il cuore dice Inter, il cervello dice Napoli, la pancia dice Juve. E alla fine sappiamo tutti che le sensazioni impulsive sono quelle più probabili. Lo vincerà la Juventus perché vincere aiuta a vincere (e anche Mancini lo sa), perché 9 vittorie consecutive non si colgono per puro caso, perché Allegri è quasi più bravo ad inseguire che dettare il ritmo (specie senza Tevez, Pirlo e Vidal). L’Inter – per quanto distante solo 3 lunghezze dalla capolista – non ha ancora la maturità necessaria per puntare seriamente al titolo, e in fondo potrebbe “accontentarsi” della qualificazione in Champions dopo anni di magra; il Napoli gioca il miglior calcio d’Italia, e ringrazio pubblicamente De Laurentiis per aver dato il tempo necessario a Sarri, ma non riesco a decifrare se avrà la continuità necessaria per arrivare fino in fondo (e poi ha tutti gli scontri diretti in trasferta al ritorno). Continua a leggere Previsioni di una notte di mezzo inverno

Pagellone Serie A pt. II

Roma: difficile andare distante, se il tuo attacco poggia sulle spalle di Ljajic e Gervinho, che hanno riscritto il concetto di “fumoso”, e se il baluardo difensivo è Astori. In ogni caso, Rudi Garcia si è dimostrato ancora una volta lungimirante: pare che di recente abbia affermato “Dopo la campagna elettorale, ho la certezza che il PD trionferà alle regionali”. Voto 6

Fiorentina: questo è l’unico caso, nella storia del calcio italiano, in cui un allenatore è apprezzato da tutti i dirigenti e i tifosi avversari, tranne che dai suoi. L’Aeroplanino ha pagato – tra le tante cose – gli infortuni di Rossi e Gomez (siamo al teatro dell’assurdo ormai) e un polso debole nel guidare la squadra: se poi si incaponisce pure su Badelj titolare, le speranze sbiadiscono. Voto 5,5 Continua a leggere Pagellone Serie A pt. II

Il Napoli, la stagione, l’Europa League (il crepuscolo degli Dèi)

In principio erano gli Dèi. Esseri superiori che potevamo soltanto ammirare e venerare.
Vennero sulla Terra e si dilettarono nel gioco del calcio.
Indossavano una maglia azzurra. A volte gialla, a volte mimetica, a volte blu jeans. Il gusto per l’abbigliamento non era proprio il loro forte. Ma erano Dèi.
Vennero sulla Terra e iniziarono a farci divertire.
Noi li guardavamo dai nostri schermi o in cima ad una gradinata, tra nuvole di fumo, ingiurie e pessimi snack del distributore.
In principio erano degli Dèi.
Poi successe qualcosa, come sempre.
207143_1005322285696_2481_n Continua a leggere Il Napoli, la stagione, l’Europa League (il crepuscolo degli Dèi)

Il pallone racconta: Roma-Napoli e l’elogio del gregario Romano

Si dice che ogni partita faccia storia a sé. Poi, al tirar delle somme, al termine di ogni competizione, si prova a vedere se il puzzle è completo e quale sia il tassello più bello, quello che da solo vale un anno di lavoro. Che poi, il più delle volte, i pezzi li mettono i campioni, quelli che indossano il 10 o la 9 o hanno una fascia con una “C” al braccio. Come in una squadra di ciclismo. I gregari tirano, ma l’impresa è tutta del campione.

La Serie A 1986/87 vedeva 3 squadre, piuttosto che le canoniche 2, che ai nastri di partenza occupavano la prima fila: la Juve di Platini, campione in carica, la Roma di Pruzzo e Boniek, detentrice della Coppa Italia, e il Napoli di Maradona. Gli azzurri hanno una rosa forte e, in più, hanno fame. La Juve è stanca, la Roma demoralizzata dalla disfatta contro il Lecce di qualche mese prima. Il Napoli no. Ma non solo la squadra. È tutta una città che ha fame e che vuole primeggiare nell’Italia calcistica.

Ancelotti vs. Maradona. Roma-Napoli anni '80 è anche questo (foto presa da marte.com)
Ancelotti vs. Maradona. Roma-Napoli anni ’80 è anche questo (foto presa da marte.com)

Maradona e compagni lo sanno e sono consapevoli che questo può essere l’anno buono. Ma il dover essere costretti a vincere spesso crea difficoltà nell’ambiente. E infatti la squadra di Bianchi balbetta all’inizio. Maradona è sempre il numero 1 (o 10), ma la squadra non è completa. Manca qualcosa in mezzo al campo. Accade quindi che viene acquistato a metà ottobre un napoletano, che gioca a Trieste in Serie B e che fa Romano di cognome. Viva l’Italia.  Continua a leggere Il pallone racconta: Roma-Napoli e l’elogio del gregario Romano

Non si esce vivi dagli anni Ottanta (o sì?): Cesena-Milan 2-3, 16/05/1982

Gli Afterhours cantavano “Non si esce vivi dagli anni Ottanta”, e a lungo i tifosi rossoneri di quell’epoca devono aver condiviso quella sensazione. La vittoria nel derby del 1985 con quella meravigliosa rete di Mark Hateley (attaccante per cui nutro un’ammirazione sconfinata) è stata a lungo il punto esclamativo del peggior decennio della storia rossonera. Nel 1986 Berlusconi sarebbe arrivato in groppa al suo destriero azzurro e avrebbe portato il Milan in cima al mondo, ma questa è un’altra storia. Facciamo un passo indietro, al 16 Maggio 1982, trentesima giornata di campionato, ultima di ritorno. Il Milan si giocava la salvezza sul campo del Cesena già salvo,  allo stesso tempo essendo costretto a sperare nella benevolenza delle stelle, che concedessero ai rossoneri la mancata vittoria del Bologna, e la sconfitta di una tra Genoa e Cagliari.

http://www.youtube.com/watch?v=l7Xu6oMTJi0 Continua a leggere Non si esce vivi dagli anni Ottanta (o sì?): Cesena-Milan 2-3, 16/05/1982

Amarcord Lazio-Napoli: Il cielo è azzurro o celeste?

Le differenze cromatiche sono una prerogativa del tutto femminile: mentre la vostra lei, in ogni negozio di vestiti o di trucchi vi illustrerà le magnifiche tonalità avio (?) e indaco scuro (??) e criticherà il vostro golfino color crèmisi (???), bollerà invece con superficialità il colore della vostra squadra del cuore, senza distinguere addirittura quelle del Napoli e della Lazio (hanno le stesse magliette).                                                                                                                                              E voi, chiedendovi che diamine di colore sia il crèmisi (dovendo ricordare che la vista del maschio è di 16bit), naturalmente criticherete la vostra dolce metà spiegandogli che una squadra è biancoceleste e l’altra biancazzurra, e che diamine!

Dopo questa divagazione nelle sfumature dei colori, in attesa della partita tra “quelle due squadre dai colori simili” andiamo a rivivere i precedenti migliori delle due squadre, considerando che a questo giro la partita è fondamentale per la terza piazza in campionato. E chissà come si colorerà il cielo domani pomeriggio.

7 Aprile 2012: Lazio 3 – Napoli 1 Continua a leggere Amarcord Lazio-Napoli: Il cielo è azzurro o celeste?

Lettera a Max – Consapevolezza (Napoli-Juventus 1-3)

Ciao Max.

Mi aspettavo un #fiuuu. Che in effetti è arrivato. Ma hai subito specificato che in realtà è un #fjuuuve. Simpatico. Soprattutto per come sono andate le cose domenica sera.

Penso che il San Paolo sia il campo peggiore per noi. Spesso in difficoltà, spesso battuti. Il Napoli è squadra che contro di noi ha molte volte giocato la partita che-vale-una-stagione.  Basta guardare anche il loro palmàres. 2 degli ultimi 3 trionfi sono a spese nostre. Il ciuccio non è che non ci va molto a genio. Diciamo che sono più le volte che, negli ultimi 7 anni, ci è andato indigesto che altro.

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Amarcord: Napoli – Juventus 1-2 (30-09-2000)

Quattordici anni. Un’eternità, nel calcio moderno. Tanto è che la Juventus non vince nel fortino del San Paolo. Ambiente caldo, difficile per tutti, avoglia a far retorica dicendo che le grandi squadre vincono dappertutto. Lo stadio è gremito, come sempre, per le grandi occasioni. La capacità è di circa 60mila spettatori. Ce ne sono 80mila. Così, giusto per far numero. La Juventus viene dalla delusione/acquitrino/partita di pallanuoto di Perugia, il Napoli, neopromosso, ha in panchina l’eterno nemico, il farmacista, Zeman. Il campionato inizia tardi, l’ultimo di settembre, per dar spazio alle Olimpiadi di Sydney.

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Juventus-Napoli 7-8 d.c.r., le pagelle semiserie

Sì, Gigi Buffon parlava proprio di voi (fonte: targatocn.it)
Sì, Gigi Buffon parlava proprio di voi (fonte: targatocn.it)

JUVENTUS

Buffon 8: Para 3 rigori, si supera in uno contro uno su Higuain nei supplementari e i suoi compagni rovinano tutto. Cosa altro deve fare, mettersi una scopa in culo così ramazza la stanza? Si dice che la Madonna e Gesù bambino siano diventati sordi a furia di sentirsi fischiare le orecchie

Chiellini 4: Busta di piscio, mozzarella, trivella, zappata, cagata, ciabattata. Scegliete voi come definire il rigore che ha tirato. Ma siccome non è da questi particolari che si giudica un giocatore, citando De Gregori, ci limitiamo a giudicarlo per come si perde Higuain sul gol del primo pareggio del Napoli e in generale per come vada sotto contro qualsiasi attaccante appena superiore al livello di un Pavoletti.

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Milan-Napoli e l’origine del Diavolo trionfatore

20130920221931_3milanvirdisbaresigullitcolombo1988Esistono dei momenti, degli eventi particolari con cui generalmente si dà inizio a delle epoche, età storiche in cui “l’ora” diventa totalmente contraria e diversa rispetto al “prima”. Quante volte a scuola abbiamo studiato di rivoluzioni, dichiarazioni o calamità, per cui il corso degli eventi ha cambiato il suo tragitto? Anche se poi, i buoni insegnanti, ci han sempre detto di contestualizzare il tutto, andare a fondo in ogni cosa, per capire che non è il singolo avvenimento a cambiare il tutto, quanto più una serie di fatti. Nello sport, il discorso non si discosta di molto. Il Brasile di Pelè, il Dream Team e l’Italia della pallavolo di Zorzi, Bernardi, Giani e Cantagalli (dovremmo citare anche l’altra dozzina di fenomeni…) non sono nati per caso, né in un giorno definito.

Però, a noi quanto ci piace trovare l’origine delle cose? Tanto, diciamolo. E siamo sempre là, pronti a generalizzare anche, ma che importa? Così l’omicidio di Francesco Ferdinando ha fatto sì che iniziasse il primo conflitto mondiale, la costruzione del muro a Berlino ha definito che esistevano due mondi e così via. Abbiamo bisogno di simboli. Anche nello sport.  Continua a leggere Milan-Napoli e l’origine del Diavolo trionfatore

Napoli-Chievo 0 – 1, le pagelle semiserie napoletane

Rafael 5: Riesce a darti quella sensazione di precarietà che soltanto un contratto a progetto come centralinista nei call center della Wind ti sa regalare. E’ incolpevole sul gol, ma l’intervento sulla traversa presa da Maxi Lopez al 32’ ha fatto bestemmiare anche il Cardinale Sepe. Merita comunque fiducia, anche se investire sul futuro portiere della nazionale brasiliana è un po’ come investire sulla futura indipendenza della Repubblica Ukraina. CRIMEA.

Albiol 4: Ci stiamo ancora chiedendo come abbia fatto un madrileno come lui a farsi fregare da un cornutone di razza del calibro di Maxi Lopez. TORERO.

Maggio 6: Corre sulla fascia come un senegalese con le borse tarocche di Prada quando vede la Municipale, ma non indovina un cross da 25 anni. GIUBILEO.

Koulibaly 5,5: Sui calci d’angolo è sempre pericoloso quando attacca; sui calci d’angolo è sempre pericoloso quando difende. GIANO BIFRONTE. Continua a leggere Napoli-Chievo 0 – 1, le pagelle semiserie napoletane